Applicazione delle sanzioni: aumentano i controlli su elusione e violazioni
Introduzione
Negli ultimi anni, il posizionamento geopolitico dell’Unione Europea si è consolidato sempre più sull’uso delle misure restrittive come strumento chiave di politica estera. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha rappresentato un catalizzatore decisivo per l’aumento dei regimi sanzionatori: i Paesi del G7 e i loro alleati hanno reagito soprattutto a livello economico e commerciale, fino a rendere la Russia il Paese più sanzionato al mondo. Dopo il febbraio 2022, con oltre 5000 misure restrittive, la Russia ha infatti superato l’Iran, la Siria e la Corea del Nord per numero di sanzioni applicate.
Parallelamente all’espansione dei regimi sanzionatori, le autorità europee, insieme a quelle degli Stati membri, del Regno Unito, degli Stati Uniti e di altri Paesi, hanno intensificato significativamente i controlli per garantire che gli operatori economici rispettino le nuove restrizioni. Questi controlli vengono svolti non solo dalle autorità giudiziarie, ma anche da enti di vigilanza finanziaria, dogane e altri organi competenti secondo le giurisdizioni locali. In questo contesto si inserisce la Direttiva (UE) 2024/1226, che definisce reati e sanzioni per la violazione delle misure restrittive dell’Unione Europea.
Negli ultimi mesi, sia le autorità che i media hanno riportato numerosi casi di indagini, processi e condanne per presunte o confermate violazioni dei regimi sanzionatori da parte di aziende e individui. Il presente SRA – Sanctions Risk Analysis offre un’analisi aggiornata di alcuni dei più recenti provvedimenti adottati a livello internazionale, con l’obiettivo di illustrare le potenziali conseguenze di una gestione carente del rischio legato ai regimi sanzionatori internazionali e l’importanza di dotarsi di adeguati sistemi di monitoraggio.
I casi
01.11.2024: La dogana tedesca confisca 8 auto di lusso destinate al mercato russo in violazione delle sanzioni europee. L’ufficio del procuratore di Würzburg sta conducendo un’indagine nei confronti di un rivenditore di auto tedesco accusato di aver esportato veicoli di lusso per un valore totale di oltre €10 milioni. Oltre alla confisca dei veicoli, le autorità doganali hanno perquisito diversi locali della società a Aschaffenburg e ne ha confiscato i depositi bancari.
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