Pacchetto Omnibus: la “Stop the clock” posticipa le scadenze per la Rendicontazione di Sostenibilità e la Due Diligence di sostenibilità
Il 16 aprile 2025 è stata pubblicata in Gazzetta Europea la Direttiva (UE) 2025/794, la cosiddetta “Stop the clock”, che introduce importanti modifiche in merito agli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità (CSRD) e alle disposizioni riguardanti la due diligence in materia di sostenibilità (CSDDD).
Novità nella Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)
La Direttiva (UE) 2025/794 ha introdotto modifiche sui tempi di applicazione, posticipando di due anni l’entrata in vigore degli obblighi di rendicontazione:
- Le grandi imprese, non soggette a specifici obblighi di pubblicità, e le società madri di gruppi significativi dovranno presentare il bilancio di sostenibilità a partire dal 1° gennaio 2027, anziché dal 1° gennaio 2025, con la prima pubblicazione fissata per il 2028.
- Le PMI quotate (eccetto le microimprese) dovranno presentare il bilancio di sostenibilità dal 1° gennaio 2028, anziché dal 1° gennaio 2026, con la prima pubblicazione prevista per il 2029.
- Restano confermate le scadenze per le grandi imprese di interesse pubblico, con più di 500 dipendenti, che dovranno rispettare gli obblighi a partire dal 1° gennaio 2024.
Modifiche alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD)
Anche la Direttiva (UE) 2024/1760, che impone obblighi di due diligence in materia di sostenibilità, subisce un rallentamento di un anno. Il termine per il recepimento nazionale della direttiva (UE) 2024/1760 è stato spostato dal 2026 al 26 luglio 2027, così da permettere agli Stati membri di trasporre in modo uniforme le nuove disposizioni, tenendo conto degli Orientamenti che la Commissione europea dovrà elaborare. Inoltre, le nuove scadenze per l’applicazione delle normative saranno spostate in avanti di un anno in particolare gli obblighi scatteranno:
- Per le società UE con oltre 3.000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di euro, e le società non UE con un fatturato in UE superiore a 900 milioni di euro, a partire dal 26 luglio 2028
- per le imprese con almeno 3.000 dipendenti e 900 milioni di euro di fatturato annuo, a partire dal 26 luglio 2029
- per le aziende UE con almeno 1.000 dipendenti e 450 milioni di fatturato, società extra-UE con attività significative nel mercato europeo, nonché franchisee e licenziatarie con ricavi elevati da royalty – entrerà in regime dal 26 luglio 2029, con obbligo di rendicontazione a partire dal 1° gennaio 2030.
Gli obblighi di rendicontazione sulla catena del valore saranno applicati a partire dal 1° gennaio 2029 o 1° gennaio 2030, a seconda della categoria aziendale.
Gli Stati membri sono chiamati a recepire la Direttiva (UE) 2025/794 entro il 31 dicembre 2025.
Le aziende sono quindi invitate a monitorare attentamente l’evoluzione della legislazione nazionale per garantire una corretta e tempestiva adozione delle nuove disposizioni.
Le proposte
In data 26 febbraio 2025 la Commissione UE ha pubblicato un insieme di misure per ricalibrare anche gli obblighi derivanti dalla CSRD e dalla CSDDD in tema di sostenibilità per le imprese europee, tramite:
- una proposta di Direttiva per posticipare le date di applicazione di determinati requisiti di rendicontazione di sostenibilità e di dovuta diligenza (COM 2025)80 final)
- una proposta di Direttiva per semplificare determinati requisiti di rendicontazione di sostenibilità e di dovuta diligenza e per restringere l’ambito di applicazione della CSRD e della CSDDD (COM 2025) 81 final).
La Commissione stima che con queste misure garantiranno alle imprese europee un risparmio in termini di costi amministrativi di circa EUR 6.3 miliardi, e avranno l’effetto di mobilizzare capacità di investimento pubblico e privato di circa EUR 50 miliardi.
Il 14 aprile 2025, il Consiglio Europeo ha approvato formalmente la Direttiva Omnibus, che posticiperà le date di applicazione delle Direttive CRDS e CSDD. Si attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Gli Stati membri dovranno trasporre la Direttiva entro il 31 dicembre 2025.
Le proposte di modifica alla CSRD
- Riduzione dell’80% del numero di imprese che rientrano nell’ambito di applicazione: in base alla proposta, gli obblighi di rendicontazione si applicherebbero solo alle grandi imprese con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a EUR 50 milioni oppure uno stato patrimoniale superiore a EUR 25 milioni, per garantire un maggiore allineamento con la CSDDD
- Posticipazione di 2 anni della data di applicazione dei requisiti di rendicontazione: la proposta andrebbe a posticipare di 2 anni la data di applicazione per le grandi imprese non soggette alla rendicontazione non finanziaria (2028 per l’esercizio 2027) e per le PMI di interesse pubblico (2029 per l’esercizio 2028)
- Adozione tramite atto delegato di uno standard volontario di rendicontazione per le imprese fuori ambito di applicazione: per le imprese con meno di 1.000 dipendenti a cui grandi imprese o banche richiedono informazioni sulla sostenibilità, EFRAG dovrà predisporre un nuovo standard semplificato basato sul modello di rendicontazione per le PMI (VSME)
- Revisione degli standard di rendicontazione ESRS: la Commissione dovrà revisionare l’atto delegato che stabilisce le norme di rendicontazione (ESRS), per ridurre significativamente la quantità di dati, chiarire alcune disposizioni e garantire coerenza con gli altri strumenti legislativi in tema di sostenibilità
- Eliminazione degli ESRS specifici di settore: la proposta di Direttiva cancella l’autorizzazione alla Commissione di adottare ESRS di settore stabilita dalla CSRD
Le proposte di modifica alla CSDDD
- Posticipazione della data di recepimento e della data di applicazione: per dare più tempo agli Stati membri per il recepimento della CSDDD, proroga di un anno (a 26 luglio 2027) e alle grandi imprese per il rispetto degli obblighi, con la proroga di un anno (a 26 luglio 2028).
- Anticipazione della data di pubblicazione delle linee guida della Commissione a luglio 2026: per consentire alle imprese di consolidare le buone pratiche e ridurre la necessità di ricorrere a consulenze legali ed operative
- Riduzione degli obblighi di valutazione nelle filiere complesse: per limitare l’obbligo di piena dovuta diligenza oltre ai partner diretti ai casi in cui ci siano evidenze concrete di impatti negativi
- Riduzione delle informazioni richiedibili alle PMI: per limitare le richieste a cascata alle PMI e alle mid-cap con meno di 500 dipendenti, le grandi imprese possono richiedere solo le informazioni previste dalle VSME, a meno che non sia possibile reperire le informazioni necessarie da altre fonti
- Eliminazione delle condizioni armonizzate unionali in materia di responsabilità civile: la proposta demanda ai regimi nazionali i temi di responsabilità civile
- Allineamento dei piani di transizione per la mitigazione climatica con la CSRD
- Maggiore armonizzazione degli obblighi di dovuta diligenza tra le diverse misure legislative
Ora inizierà la fase di negoziati inter-istituzionali tra Parlamento e Consiglio che potrebbero apportare modifiche alle proposte della Commissione.
ZPC monitorerà attentamente gli sviluppi e vi aggiornerà in merito.