Rielezione Von der Leyen: il programma della nuova Commissione Europea

18 Luglio 2024

Introduzione

In seguito alla rielezione di Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, proponiamo una analisi del documento programmatico che illustra le linee guida politiche che saranno seguite dal 2024 fino al 2029, con focus sui temi inerenti alle aree di lavoro di ZPC, in particolare sicurezza economica, sostenibilità, sanzioni e restrizioni internazionali.

Linee-guida 2024-2029

Con 401 voti a favore, 284 contrari e 15 astenuti, Ursula Von der Leyen è stata rieletta, in data 18 luglio 2024, alla presidenza della Commissione Ue. Nella stessa data è stato pubblicato il documento programmatico che illustra le linee guida politiche che saranno seguite dalla seconda Commissione europea guidata da von der Leyen, dal 2024 fino al 2029.

 

Il documento si articola in 7 macroaree su cui si concentrerà la Commissione:

 

  1. Prosperità sostenibile e competitività, sicurezza economica
  2. Sicurezza e difesa
  3. Persone e società
  4. Qualità della vita: sicurezza/sovranità alimentare, acqua e natura
  5. Democrazia e Stato di diritto
  6. Ruolo globale dell’Europa
  7. Collaborazione interna all’Unione

 

Di seguito analizziamo le proposte contenute in questo documento programmatico, concentrandoci sugli aspetti che più interessano i clienti di ZPC, vale a dire i temi inerenti alla sicurezza economica, alla sostenibilità, alle sanzioni e alle restrizioni internazionali.

Sicurezza economica

Ai fini della sicurezza economica dell’Unione, la nuova Commissione considera prioritario tutelare le piccole e medie imprese europee. È proposto un nuovo approccio alle politiche sulla concorrenza che offra valido supporto alle aziende in espansione sui mercati globali: questa esigenza si dovrà riflettere nei criteri con cui vengono valutate dalla Commissione le fusioni tra società, che nell’approvare o negare una operazione dovrà considerarne l’opportunità anche alla luce delle esigenze di innovazione e resilienza.

 

La maggioranza delle imprese europee rientra nella categoria delle PMI. Per questo, è ritenuto strategico per la sicurezza economica dell’Unione adottare misure a sostegno di tale categoria. Si offrirà un sostegno maggiore alle imprese europee che per le loro dimensioni non possono far fronte a grandi imprese globali e sono spesso oggetto di acquisizioni “killer”, con cui grandi imprese di Paesi terzi si liberano della competizione di imprese europee.

 

Verrà eseguito un lavoro di analisi per evidenziare i casi in cui limiti regolamentari ostacolano in maniera sproporzionata la competitività di imprese di non grande dimensione, per poter agire di conseguenza e agevolare lo sviluppo della fascia intermedia delle imprese europee considerata strategicamente rilevante.

 

Dal punto di vista della politica economica si sposta l’attenzione sulla sicurezza economica dell’Unione. In particolare, le politiche della Commissione avranno l’obiettivo di:

 

  1. incrementare la competitività e la ricerca sulle tecnologie strategiche e dual use, proteggere le tecnologie europee, rivedere il quadro di screening degli investimenti esteri diretti, costruire un approccio coordinato ai controlli sulle esportazioni e affrontare i rischi derivanti dagli investimenti in uscita;
  2. incrementare il commercio in aree strategiche per garantire l’approvvigionamento diversificato di beni critici, anche nel contesto di un WTO riformato e rafforzato;
  3. aumentare le partnership con le principali macroaree globali (Indopacifico, Sudamerica, Africa e Caraibi). e investire insieme negli interessi comuni in un’ottica ad ampio orizzonte temporale.

Sostenibilità

Dal punto di vista della sostenibilità, la nuova Commissione si posiziona in continuità con lo scorso quinquennio, che aveva dato vita all’ambizioso programma dello “European Green Deal”. Nell’ottica di raggiungerne gli obiettivi, si introdurrà un “Clean Industrial Deal”, che favorisca la competitività delle imprese e la qualità dei posti di lavoro. La decarbonizzazione delle industrie sarà supportata da un “Industrial Decarbonisation Accelerator Act”.

 

Proseguirà il lavoro della Commissione per la sicurezza energetica dell’Europa, in considerazione anche del processo di allontanamento dai combustibili fossili. Si propone di estendere l’AggregateEU anche oltre il mercato del gas, e includervi anche l’idrogeno e le materie prime critiche. Al fine di garantire l’approvvigionamento di materie prime, saranno inoltre raggiunte nuove “Clean Trade and Investment Partnerships”.

 

Verrà inoltre proposto un nuovo pacchetto di misure per l’industria chimica, che tra le altre cose avrà l’obiettivo di semplificare il regolamento REACH. L’obiettivo è quello di favorire l’espansione del settore chimico europeo per rendere l’economia nel suo complesso più resiliente e meno dipendente da Paesi terzi.

 

Il medesimo obiettivo è perseguito con l’impegno programmatico di incrementare la spesa per la ricerca concentrandosi sulle priorità strategiche.

Sanzioni e relazioni internazionali

Le sanzioni internazionali rimarranno centrali nell’approccio della nuova Commissione alla politica estera e di sicurezza comune, e sarà adottato un approccio strategico alle misure restrittive per garantire che l’UE sappia reagire in maniera flessibile a nuove minacce. A testimonianza dell’emergere di nuove tipologie di minacce, si propone di rafforzare il framework sanzionatorio per tutelarsi dagli attacchi informatici e dagli attacchi ibridi.

 

Dal punto di vista geopolitico, il documento denota una particolare attenzione al Mediterraneo. Verrà, infatti, nominato un Commissario per il Mediterraneo, che si occuperà di collaborare con i Paesi del bacino in aree di interesse comune come educazione, infrastrutture, sviluppo e migrazione. Lo scopo è quello di creare partnership durature a sostegno del ruolo dell’UE in un’epoca di instabilità globale.

 

Nel campo della difesa europea, la Presidente von der Leyen ritiene prioritario incrementare significativamente gli investimenti comuni e favorire la cooperazione tra Stati membri, tra l’altro anche nel Mercato Unico della Difesa. Gli Stati membri devono investire di più nella loro difesa, e lo devono fare in coordinazione tra di loro per efficientare la spesa e garantire alti standard e livelli di preparazione.

 

Nell’ambito della cooperazione con la NATO, si propone di avviare progetti di interesse comune europeo, concentrati su uno Scudo aereo e sulla cybersicurezza.