UE: adottato un nuovo Regolamento contro la coercizione economica
Lo scorso 23 ottobre, il Consiglio ha adottato un Regolamento volto a fornire all’UE e ai suoi Stati membri uno strumento di protezione nei confronti dalla coercizione economica da parte di Paesi terzi. La firma del Regolamento è prevista per il prossimo 22 novembre; l’entrata in vigore avverrà 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
Per “coercizione economica” si intende il tentativo da parte di un Paese terzo di esercitare pressioni sull’UE, o su uno Stato membro, affinché compia una scelta specifica, applicando o minacciando di applicare nei suoi confronti misure che incidano sugli scambi o sugli investimenti. La coercizione economica può incidere su qualsiasi settore di attività dell’Unione o di uno Stato membro e può avere complesse implicazioni politiche, economiche e giuridiche.
L’obiettivo dell’UE è utilizzare questo strumento legislativo, noto come “strumento anti-coercizione” o ACI, per allentare le tensioni e indurre i Paesi terzi, tramite il dialogo, a interrompere le misure coercitive in materia di scambi o investimenti. Nel caso in cui questo non sia possibile, e come ultima risorsa, l’UE potrà adottare contromisure quali l’imposizione di restrizioni commerciali, come ad esempio dazi doganali maggiorati, restrizioni agli scambi di beni e servizi, ai diritti di proprietà intellettuale, agli investimenti esteri diretti e agli appalti pubblici dell’UE.
Attivazione del meccanismo
Lo strumento potrà essere attivato a fronte di una vasta gamma di pratiche economiche coercitive. Nel valutare se attivare lo strumento si terrà conto dei contributi dei portatori di interessi; le imprese saranno inoltre incoraggiate a comunicare eventuali informazioni pertinenti.
Il Consiglio sarà coinvolto in modo significativo nel processo decisionale teso ad accertare l’esistenza della coercizione economica. Alla Commissione europea saranno conferite competenze di esecuzione nelle decisioni sulle misure di risposta dell’UE, che saranno comunque prese anche con il coinvolgimento degli Stati membri.
Quello anti-coercizione si affianca ad altri strumenti di cui l’UE si può avvalere per proteggere la propria economia, quali le misure antidumping e le sanzioni verso Paesi terzi. L’UE è inoltre membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), che funge da mediatore nelle controversie tra membri. Le procedure necessarie, tuttavia, possono richiedere molto tempo e non arrivare a coprire tutte le violazioni.
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