UE: il Parlamento Europeo chiede applicazione più severa delle sanzioni contro la Russia
È stata approvata giovedì 9 novembre 2023 dal Parlamento europeo una risoluzione non vincolante, in cui viene espressa grande apprensione per le lacune esistenti nel regime di sanzioni dell’UE nei confronti della Russia. Pur sottolineando la natura senza precedenti delle misure restrittive finora istituite allo scopo di indebolire la base economica e industriale russa e ostacolare la capacità del Paese di portare avanti la guerra contro l’Ucraina, i deputati hanno sottolineato la preoccupazione causata dalla mancanza di un’adeguata applicazione delle sanzioni, nonché dai numerosi tentativi di elusione delle stesse portati avanti dalla Russia, con l’appoggio di Paesi terzi.
Il ruolo dei Paesi terzi nell’elusione delle sanzioni
Nella risoluzione viene infatti sottolineata la capacità della Russia di aggirare le misure restrittive, tra cui quelle relative al price cap sul petrolio introdotto dai Paesi dell’UE e dalla “Price Cap Coalition”, coalizione istituita da UE, G7 e Australia. A questo proposito è stato rilevato l’aumento delle importazioni nell’UE di prodotti petroliferi realizzati con petrolio russo da Paesi terzi, tra cui l’India. L’Unione Europea rimane quindi ancora oggi uno dei maggiori acquirenti di combustibili fossili russi, in particolare gas da gasdotto e GNL, anche grazie alle varie eccezioni apportate al divieto di importazione di petrolio greggio e prodotti petroliferi.
Anche i componenti critici occidentali trovano ancora la via verso la Russia attraverso Paesi terzi quali Cina, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Kazakistan, Kirghizistan e Serbia. Beni critici per la guerra, oggetto di sanzioni, continuano così a essere commercializzati, e sono numerose le segnalazioni ricevute secondo le quali alcuni Paesi, tra cui l’Azerbaigian, effettuerebbero operazioni di riciclaggio per rivendere il gas russo.
Le richieste del Parlamento europeo
Nella risoluzione, i deputati chiedono all’Unione Europea e ai suoi Stati membri di:
- aumentare e centralizzare la sorveglianza sull’attuazione delle sanzioni;
- sviluppare un meccanismo per la prevenzione e il monitoraggio dell’elusione delle stesse;
- rafforzare il coordinamento sull’applicazione delle sanzioni esistenti sulle esportazioni di petrolio russo;
- chiudere il mercato UE ai combustibili fossili di origine russa;
- imporre sanzioni a tutte le principali compagnie petrolifere russe, a Gazprombank, alle loro filiali e ai loro consigli di amministrazione e di gestione;
- aumentare gli sforzi di collaborazione con il G7 allo scopo di abbassare sostanzialmente il price cap sul petrolio russo e sui prodotti petroliferi, fino ad arrivare a imporre un divieto totale sulle importazioni di GNL e GPL russi e di carburante e altri prodotti petroliferi da Paesi terzi nel caso in cui siano stati prodotti utilizzando petrolio russo;
- vietare la spedizione di petrolio e GNL russi attraverso il proprio territorio;
- introdurre massimali di prezzo e di volume sulle importazioni comunitarie di fertilizzanti russi e bielorussi;
- estendere le sanzioni sui diamanti di origine russa o riesportati dalla Russia verso l’UE, fino ad arrivare al divieto totale di commercializzazione e taglio degli stessi;
- trovare una soluzione giuridica che consenta la confisca dei beni russi congelati e il loro utilizzo per la ricostruzione dell’Ucraina.
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