Dazi sulle importazioni dalla Colombia
Nella prima settimana, la minaccia di tariffe fino al 50% sulle importazioni colombiane ha portato il governo di Bogotá ad acconsentire ad alcune richieste da parte degli Stati Uniti. In particolare, dopo che il governo colombiano aveva rifiutato l’atterraggio non precedentemente concordato di voli militari statunitensi con a bordo migranti espulsi, l’amministrazione Trump ha minacciato l’imposizione di dazi del 25%, da raddoppiare al 50% in una settimana se la situazione non fosse cambiata. Di fronte a questa pressione, la Colombia ha accettato di ricevere i migranti deportati senza restrizioni, inviando i propri aerei militari per garantire un trattamento dignitoso ai rimpatriati.
Dazi sulle importazioni da Messico e Canada
Una strategia simile è stata adottata nei confronti dei vicini nordamericani. Come anticipato prima del giuramento, Trump ha annunciato un dazio del 25% su quasi tutti i prodotti provenienti da Canada e Messico. In risposta, entrambi i Paesi hanno introdotto tariffe ritorsive sulle merci statunitensi. A seguito di alcune trattative, tuttavia, l’effettiva entrata in vigore delle misure è stata posticipata di un mese. Anche in questo caso, la pressione economica dei dazi è stata usata dall’amministrazione statunitense per costringere le proprie controparti ad un negoziato.
Dazi sulle importazioni dalla Cina
Anche i rapporti con la Cina sono stati toccati da questa politica aggressiva. Washington ha imposto un dazio del 10% su tutte le importazioni cinesi, considerate eccessive rispetto alle esportazioni statunitensi verso la Cina. Pechino ha reagito introducendo simili tariffe su alcune merci statunitensi. Inoltre, il governo cinese ha introdotto controlli sulle esportazioni di alcuni materiali critici, tra cui tungsteno, tellurio, bismuto, molibdeno e indio, misure che hanno avuto ripercussioni non solo sugli Stati Uniti, ma su tutti i paesi importatori di tali risorse strategiche. In aggiunta, ha integrato la Unreliable Entity List con nuove imprese statunitensi, inclusa Google, imponendo loro restrizioni commerciali e limitazioni negli investimenti in Cina.
La “minaccia” dei dazi anche nei confronti dell'Unione Europea
Nel prossimo futuro, è prevista un’estensione di questa politica tariffaria anche nei confronti dell’Unione Europea. L’amministrazione Trump ha più volte espresso il proprio disappunto per il surplus commerciale dell’UE nei confronti degli Stati Uniti, ritenendo che Bruxelles adotti pratiche commerciali sleali. Il governo statunitense sostiene che l’Unione Europea imponga forti restrizioni all’ingresso di automobili e prodotti agricoli americani, mentre gli Stati Uniti continuano ad accogliere un volume significativo di beni europei. Come già avvenuto nei confronti di Canada e Messico, Trump sembra intenzionato a utilizzare i dazi come strumento negoziale per ottenere concessioni, in questo caso di natura commerciale, da parte dell’Unione Europea.
Come operare in questo contesto geopolitico
In questo contesto di crescente tensione commerciale, operare nei mercati internazionali comporta complessità e rischi significativi. Le imprese devono affrontare un quadro normativo e tariffario in costante evoluzione, con potenziali impatti sulla competitività e sulla gestione della supply chain.
ZPC è a disposizione per fornire consulenze e approfondimenti alle aziende, supportandole nell’interpretazione delle nuove misure tariffarie, delle restrizioni alle esportazioni e nell’adozione di strategie per la compliance e la mitigazione del rischio derivante dall’operatività sui mercati internazionali.
Le news di ZPC in tema dazi e politica estera americana
Riportiamo di seguito le news sul tema: